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sabato 3 settembre 2011

Capitolo 21 - L’abbraccio


Stefano abbracciò Bruno, incurante dei resti della sostanza nerastra. Il corpo del ragazzo era ancora ricoperto di quella poltiglia putrida, ma Stefano non la vide. I suoi occhi, già velati dalle lacrime, erano tutti per Bruno, per suo Figlio, finalmente libero e vivo. I suoni attorno a loro gli giunsero ovattati, come se tutti si fossero allontanati. Stefano sentì di essere solo, solo con lui. Anche la Cosa scomparve dalla sua mente, dalla sua vista.
Qualcosa però apparve poco distante, il suo sguardo lo registrò di sfuggita. Una figura che conosceva bene, una figura d’incubo, del suo incubo. Armida. Metà del suo corpo era come se lo ricordava, di un fascino e di una bellezza che mozzavano il fiato. L’altra metà, quella con la mano mancante, era la visione d’inferno che si era manifestata durante il suo arrivo alla Villa, qualche ora prima (ore? Secoli?): un fantasma, un morto, una Cosa. Armida reggeva la testa di Eva, dal cui collo mozzato gocciolava ancora del sangue. La Cosa-Armida sorrideva verso di lui, con un’aria di trionfo.
Stefano fissò lo sguardo su quello che rimaneva delle due donne della sua vita. Armida ed Eva, ricongiunte nell’abbraccio della Morte. Le guardò e le ascoltò, perché iniziarono a parlargli.
«Vogliono ucciderti!» esclamò la Cosa-Armida, e subito dopo prese a ridacchiare.
«Vogliono ucciderlo!» le fece eco la Testa-Eva, prendendo a singhiozzare.
I due avvertimenti si ripeterono in coro, alternandosi alle risa e ai pianti. Armida ed Eva si scambiarono le voci, le frasi si mescolarono, si spezzarono. Stefano lasciò andare le lacrime, sentendo ciò che Eva stava dicendo. Guardò gli occhi di Bruno, in cui la sostanza nerastra aveva preso ad agitarsi. Stefano non vedeva altro che il suo Bruno, pulito, perfetto, vivo. Qualcosa si ruppe dentro la sua mente.

Sholmo osservò la scena senza battere ciglio. Vide Stefano guardare il nulla e mettersi a piangere, sentì che qualcosa stava succedendo nella sua mente, capì che poteva essere già troppo tardi. Fece un cenno a Santonastaso, il quale si incamminò verso il Padre che abbracciava il Figlio.
Santonastaso avvertì a sua volta che qualcosa non andava, che qualcosa non era più come prima. Ne ebbe la conferma guardando al di là delle lacrime di Stefano, nei cui occhi iniziavano a formarsi grumi di quella sostanza maledetta.
I militari dietro Stefano videro il bozzolo risalire la schiena del Padre.
Bruno, muovendosi come in trance, aprì il marsupio e ne trasse qualcosa, qualcosa che diede al Padre. Era un piccolo coltello, dall’impugnatura nera. Di un nero molliccio. La lama cambiava forma e dimensioni di continuo, senza soluzione di continuità.
Santonastaso vide e capì che quell’arma apparteneva ad altri mondi. I militari sollevarono i fucili, Sholmo non battè ciglio, Santonastaso cercò di avvicinarsi cautamente. Stefano lo pugnalò con la Cosa-Coltello, osservando gli occhi dell’Uomo di Legge spegnersi.

Quel che successe subito dopo la morte di Santonastaso durò pochi attimi, pochi attimi in cui i presenti non riuscirono a muovere un muscolo. Stefano si chinò di nuovo su suo figlio. Entrambi erano visibilmente ricoperti dalla sostanza nera del bozzolo. Questa iniziò a espandersi e ingrandirsi. Li avvolse, mentre i due si stringevano in un eterno abbraccio. Il bozzolo si chiuse su Padre e Figlio, poi si alzò in aria e andò sulla Cosa-Casa, fondendosi con essa. La creatura parve fremere di gusto a quell’unione. Qualcuno giurò a se stesso di averla vista crescere dopo il ricongiungimento del bozzolo.

Hans distolse lo sguardo dal cadavere di Santonastaso, che iniziava già a decomporsi seguendo leggi biologiche non più terrestri.
«E adesso cosa facciamo?» domandò rivolto a Sholmo.
Il monaco strinse l’Idolo e osservò l’immensa creatura davanti a loro.
«Dobbiamo tentare. Dobbiamo tentare lo stesso.»

Sotto le macerie della villa, l’uovo che non era un uovo si mosse.

11 commenti:

  1. @Gianluca , grazie innanzitutto per aver recuperato Armida. Devo essere sincero, mi dispiaceva un po che nessuno l'avesse ancora ripresa come personaggio.
    Certo mi dispiace per Stefano, però è un gran capitolo anche il tuo.

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  2. Notevole, davvero. Mi piace che ciò che accade vicino alla Casa abbia qualcosa di così evidentemente «alieno» e - scusate il parallelo - di così dolorosamente lovecraftiano.

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  3. Alla faccia di chi presagiva cedimenti sul finale!
    Ottimo, Gianluca!

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  4. Per la verità mi son reso conto di aver toppato qualcosa, però son contento vi sia piaciuto. :)

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  5. Va bene, va benissimo. Qui si va allegramente verso la catastrofe? O verso un finale durissimo? Who knows?

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  6. Bravo... io però, a questo punto, faccio il tifo per la Cosa-Casa :D

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  7. Mi piace un sacco l'elemento fantasma, agghiacciante, che riporta un po' nel cupo dopo una ventata di esotico e di storia...
    ANCORA! ANCORA!

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  8. Nonostante ci si avvicini alla fine, la faccenda invece che iniziare a risolversi continua a complicarsi.
    Elgraeco avrà un bel da fare per darci un finale coi fiocchi :)

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  9. Tirare le fila di tutto questo non è semplice a meno di non voler prendere scorciatoie violente, davvero non invidio Hell a questo punto. Lo scenario in cui ‘vince’ la Cosa pare più probabile ma non sottovaluterei una bella soluzione air&fuel sulla zona…

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  10. Qui le cose si mettono proprio male...mi sa che devo cominciare anche io a tifare per la Casa-Cosa se voglio un Happy End.
    Almeno sarà happy per la Casa-Cosa.

    Cily

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